Sabato 13/4 LA TERRÀ PIÙ AMATA – PRESIDIO PER LA PALESTINA

Al presidio per la Palestina di sabato 13 aprile 2024 dalle ore 14.30 in Largo Castaldi a Feltre (BL) ci saranno, interverranno … Khaled Al Zeer rappresentante delle comunità palestinesi in Veneto, BDS Italia, Piero Majocchi esperto sul conflitto medio-orientale e sionismo, collegamenti con Sam Weinstein del (IJAN) International Jewish Anti-Zionist Network e sempre da Londra con Giorgio Riva della rete antimilitarista PayDay, altro collegamento con Veterans for Peace – Gerry Condon dagli USA, studenti e possibili interventi al microfono, inoltre performance artistica dei “Casa Giovani del Sole”, associazioni Funima International e Ass. Falcone e Borsellino (Antimafia 2000), Altromercato, materiale documentativo e storico in visione, proiezioni di video pubblicati nel web, ed altre iniziative di intrattenimento e solidarietà nel corso del pomeriggio i cui eventuali contributi saranno destinati alla Mezzaluna Rossa (Palestine Red Crescent Society).

Con la consapevolezza che un’alba di pace in Palestina potrà sorgere solamente con la fine dell’occupazione israeliana.

Questi sono i dati per le donazioni alla Mezzaluna Rossa Palestinese:

IBAN NO (EUR): PS23PALS047106073770333000000

NOME BENEFICIARIO: PALESTINE RED CRESCENT SOCIETY

 


10 febbraio 2024 – Manifestazione per la Palestina – Cessate il Fuoco – Corteo e Presidio

Manifestazione per la Palestina – Cessate il Fuoco

corteo che parte da Prà del Moro alle 14:30 per arrivare al presidio in Largo Castaldi
Comunicato del gruppo organizzatore
La guerra, qualsiasi guerra, è barbarie, una barbarie che da sempre si abbatte sui più deboli, una barbarie che dilania interi popoli per il profitto di pochi, perché è il profitto la fucina di ogni guerra, sotto forma di egemonia territoriale o di risorse da depredare, nascosto dietro ai nazionalismi o a conflitti alimentati dalle grandi potenze.
Così come occorre ripudiare la barbarie, ripudiare ogni guerra, occorre ripudiare le ragioni che la sostentano. E in questo il conflitto fra palestinesi e israeliani non è differente, poiché non nasce dall’inimicizia, ma dall’appropriazione della terra palestinese, terra che è memoria oltreché vita, occupata dall’esercito israeliano ormai da generazioni.
Ecco la natura, la storia del conflitto, una storia di espropriazioni ed eccidi avvallati dai governi israeliani, che hanno negato costantemente il dialogo al popolo palestinese consegnandolo di fatto al terrorismo, e macchiandosi così del sangue degli israeliani, non soltanto dei palestinesi.
I palestinesi massacrati a Gaza, oggi, i palestinesi delle generazioni passate, vittime di un lento ma ininterrotto genocidio. I palestinesi che non rinunceranno mai alla propria terra, alla propria vita, alla propria memoria. Né dovrebbero.
Perciò, si manifesta innanzitutto per il cessate il fuoco, ma con la consapevolezza che un’alba di pace in Palestina potrà sorgere solamente con la fine dell’occupazione israeliana.


PADRONI DI NIENTE, SERVI DI NESSUNO! Sabato 19 giugno dalle ore 17:00


4.06.21 ore 18: Assemblea Pubblica sulla Hydro


SU HYDRO E I SUOI COMPLICI

È dei giorni scorsi la notizia dell’esito della Conferenza dei servizi, che ha detto stop al monitoraggio in continuo delle emissioni della Hydro di Viale Montegrappa a Feltre.

La prescrizione era stata voluta come conditio sine qua non per l’ampliamento dei forni, e il conseguente aumento della mole di alluminio fusa in pieno centro cittadino: più di 85mila tonnellate all’anno, delle quali fino a 20mila di rifiuti contenenti il 20% di plastica!

L’unico ad esprimersi a favore del mantenimento dei controlli è stato, appunto, il Comune — battuto dal voto di ARPAV, AULSS Dolomiti e Provincia di Belluno. 

Sì, avete capito bene: sono gli stessi enti che in teoria molto dovrebbero avere a cuore la nostra salute e la salubrità dell’ambiente in cui viviamo. 

Non che la cosa ci sorprenda: le ultime dallo stabilimento feltrino non sono che l’ennesimo capitolo della lunga e triste storia di accondiscendenza istituzionale agli interessi delle multinazionali che via via ne sono state proprietarie. Pensate che ARPAV, per dirne una, si premurava di effettuare “ben” due controlli delle emissioni ogni 5 anni.

Una solenne presa per i fondelli, insomma, resa ancor più clamorosa dalle motivazioni ufficiali addotte da Hydro: il grave danno economico che i costi aggiuntivi per i controlli cagionerebbero. Cioè, quantificando, qualche decina di migliaia di euro a fronte di profitti (e bilanci) stratosferici.

Se la preoccupazione maggiore di Hydro è ridurre le spese per lucrare di più, ci chiediamo quali materiali bruceranno in quei forni… Ma del resto neanche questa sarebbe una novità: fino al 2009 non esisteva alcun tipo di filtro nei camini, e tutto lo schifo finiva allegramente nell’aria. Come affermava alcuni giorni fa un ex sindacalista ai giornali locali: “i problemi che erano emersi in quegli anni riguardavano la fusione di alluminio molto ‘sporco’ inquinato da oli e plastiche”.

Il momento in cui viviamo dovrebbe averci ormai insegnato quanto bassa possa essere la soglia di tolleranza quando si parla di “salute” e di “sicurezza”. Ironia della sorte, i dati sul contagio — ovvero l’unità di misura che decreta ormai i margini d’azione della nostra quotidianità — vengono monitorati scrupolosamente e “in continuo”… Dobbiamo forse concludere che per Hydro non valgono le leggi imposte ormai a ogni singolo individuo? ARPAV, AULSS e Provincia pensano forse che non faremmo volentieri anche noi a meno dei controlli?

C’è chi sente la propria «vita» diventare ogni giorno di più sinonimo di «sopravvivenza biologica». C’è chi teme per l’incolumità di sé e dei propri legami. C’è chi può confinarsi in solitudine, e chi invece decide di assumersi dei rischi — per la salute, certo, ma anche con la legge. C’è chi confinarsi non può, e va al lavoro ogni giorno; e c’è chi per mesi non ha potuto neanche alzare la serranda. Per non parlare di chi rimane invisibile e fuori dal conto, perché senza un tetto o un pezzo di carta; o di chi sta patendo gli invisibili effetti del disagio psichico. 

La situazione presente è quanto mai “umana”, complessa nelle sue ragioni e largamente ingiudicabile nei suoi effetti. Eppure viene quotidianamente giudicata secondo criteri che si vogliono “scientifici” e “obiettivi”. Il problema vero, in questo caso, è che le “mandanti morali” di ogni multa covid comminata in nome della “salute” siano poi le stesse autorità sanitarie che quando si tratta di coprire le malefatte ambientali di una multinazionale chiudono un occhio o anche due. Un graffito apparso a inizio pandemia recitava: “Produci, confinati, crepa”, e questa storia ne pare l’ennesima riprova: si tutela solo la «salute» necessaria a compiere queste tre azioni.

Hydro ha reso noto che la situazione non la riguarda. I suoi complici — ARPAV, AULSS e Provincia — ci hanno ricordato che esistono, come al solito, due pesi e due misure. Adesso tocca a noi decidere se rassegnarci anche stavolta, convinti come siamo che “così va il mondo” e che in fondo nemmeno questo “ci tocca”, o se invece prendere parte a un percorso e a una presa di posizione quanto più determinati possibile contro quelli che si sono ormai inequivocabilmente posti come nemici della città e della sua gente.

Il PostaZ – per una vita non imposta

Per approfondimenti, il dossier “Una colata vi seppellirà, ancora” dedicato a Hydro, alluminio e nocività:

 

 

 


Ciao Otrebor!


C’è stato un momento in cui sulle basse frequenze di Element Selecta sembrava manifestarsi davvero e per intero l’immagine autentica di quei riverberi di un altro mondo, fragili ed eroici e solidali e coerenti e fedeli alla vita, che abbiamo chiamato compagneria.
E ce la portiamo dietro. Ti ricordiamo qui al PostaZ, per le strade coi Mistura Mortale, in qualche set dei tuoi, sempre pronto ad infuocare un presidio o un benefit per compas inguaiat* con la legge…

Fratello, torneremo a sognare, a scorgere, a distruggere


????Ora più che mai per una vita non imposta????


Passate a bere una birretta e sostenere il Postaz!


G20 di Amburgo 2017: processi di massa

Mentre l’attenzione generale è tutta per i nuovi DPCM, l’andamento delle curve o le ansie da pandemia, il governo tedesco ne approfitta per sbrigare zitto zitto alcune pratiche ancora irrisolte.
Lontano dalla luce dei riflettori, sono imminenti almeno otto processi politici di massa per i fatti di Rondenbarg strasse durante i giorni del G20 ad Amburgo nel 2017 – quando un corteo era stato sfondato dall’unità BFE della Polizia Federale, nota per molteplici episodi di violenza, nel corso dei quali 14 manifestanti sono rimasti gravemente feriti.

La procura di Amburgo ha sporto denuncia contro 86 attivisti riguardo alle proteste in Rondenbarg Strasse. Almeno otto processi politici di massa sono imminenti.

Si comincia con i primi cinque, i più più giovani, che dovranno comparire ogni settimana a partire da inizio dicembre presso il tribunale regionale di Amburgo. Il primo giorno di udienze è proprio oggi, giovedì 3 dicembre 2020. Tutto questo, ovviamente, a porte chiuse.
Il 5 dicembre sono previste ad Amburgo manifestazioni di solidarietà ai processati (https://gemeinschaftlich.noblogs.org/)
Nel frattempo, per cercare di rovinare questa tempesta perfetta, Radio Dreyeckland sta mandando in onda ORA (18:00-19:30) uno speciale in collaborazione con la campagna “Gemeinschaftlicher Widerstand” (“resistenza comunitaria”): https://rdl.de/programmhinweis/sondersendung-gemeinschaftlicher-widerstand

 


“Nostra squadra è il mondo intero!” 2 giorni di calcio e musica contro il razzismo

Sabato 19 e domenica 20 settembre 2020 il calcio popolare arriva a Feltre con «Nostra squadra è il mondo intero!», evento di calcio a 8 no Borders e musica contro il razzismo.
Calcio d’inizio alle 14:30 appena sopra al campus Tina Merlin, in quello che è stato ribattezzato per l’occasione «Stadio autogestito Radiosa Aurora» in onore del partigiano Mario Bernardo, combattente sulle Vette Feltrine durante la Resistenza.
Un campo lasciato a se stesso anche dopo la fine dell’emergenza sanitaria, privando chi fatica a vivere il centro di uno dei rari luoghi d’incontro e di condivisione. È bastato un colpo di telefono, un appuntamento e qualche utensile per tornare a vederlo popolato, e qualche ora di lavoro per attraversarlo nuovamente palla al piede. A dimostrazione che quel campo è molto di più di un terreno di gioco.
A fronteggiarsi in questa prima edizione 8 squadre, invitate o improvvisate per l’occasione, che si affronteranno in due mini gironi a partita secca nella giornata di sabato 19.
Durante la cena guarderemo il documentario «Here to stay» (Religion of Sports, 2ª stagione), sulla storia del FC Lampedusa Hamburg, squadra composta principalmente da rifugiati internazionali. Parleremo di cosa significa calcio popolare e no borders, e di quanto lo sport possa aiutare ad abolire i confini anche mentali che inconsapevolmente ci condizionano ogni giorno.
Dalle 21, Loosedog live from Flusso U.S.C + Lo_Fr, L’8 e Gosu e a seguire The Atom Tanks ci porteranno in vacanza tra la Giamaica i Balcani e le strade del mondo con il loro «catchy sound for festa granda».
«Festa granda» vuol dire socialità, non essere da soli. L’evento è organizzato nel rispetto delle norme anti-covid, anche se il covid non può né deve diventare una scusa per impedirci di stare insieme anche in questa emergenza. L’importante, come al solito, è essere responsabili quel tanto che basta.
Per tutta la giornata di domenica 20, le fasi finali del torneo e la consegna dei (simbolici) premi alla prima squadra classificata e al miglior realizzatore del torneo.
Ama il calcio, odia il razzismo! (Ma anche il fascismo, il sessismo, l’abilismo, l’omotransfobia…)


FELTRE – HAMBURG: UNITED WE STAND!