La genialità dell’operazione economica sta nel sovrapporsi al piano su cui commette i suoi misfatti, quello su cui conduce la sua vera guerra: il piano dei legami.
(Comitato Invisibile, Maintenant)
I legami sono pericolosi perché creano esperienze, attaccamenti, comunità, fino a diventare dei veri e propri spazi concreti dell’altrove, al riparo dalle logiche che fanno della vita e dei suoi luoghi una zona grigia a disposizione del mercato.
La Vida di Venezia è uno degli altrove più concreti di questa palude, il «simbolo della possibilità di resistere allo spopolamento di una città e un vero laboratorio di cittadinanza attiva», come i fioi e le fie che lo attraversano scrivono di sé. Una cittadinanza che ha come unica condizione di accesso il proprio corpo, localizzato qui e ora, e il desiderio di fare esperienza collettiva della vita — niente a che vedere con fogli di carta o permessi.
Lo sgombero della Vida di Venezia mostra il vero volto delle «politiche del territorio»: un rapporto di vassallaggio tra potere economico, politico e armato che non si fa problemi a diffondere quanto più riesce il puzzo maleodorante del morbo che sta uccidendo la città — la selva di corpi sudati che la percorre da un capo all’altro, i luoghi sgomberati o riadibiiti ad uso esclusivo del mercato, i brandelli di città svenduti a chi specula e distrugge a suo maggior profitto.
Gli sbirri a San Giacomo, dopo lo sgombero, lasceranno posto ai vigilantes, che presidieranno 24/7 lo stabile posto sotto sequestro penale. Un po’ come gli occupanti della Vida — ma con le armi, e a difesa degli interessi di pochi. Alla fine, è tutta una questione di punti di vista. Se questo è il biglietto da visita di un potere già in grande sintonia col nuovo clima post-elettorale, è perché evidentemente questo nuovo clima è perfettamente in linea col precedente.
FIOI, FIE, SIAMO CON VOI!