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29 aprile 2017: Metallo!
I Full Leather Jackets presentano il loro primo album al PostaZ. Aprono le danze i Midnight Conjuring!
Dizionario Devoto-Aipadroni #decretominnitiancheno
Riceviamo e diffondiamo:
“Il nuovissimo e praticissimo dizionario Devoto-Ai padroni è un progetto aperto che si inserisce dove molte altre pubblicazioni del settore hanno fallito. Il suo scopo è quello di fare chiarezza sulla lingua italiana dell’uso, considerandone le ambiguità sfruttate da poteri, governi e giornali per nascondere dietro al conforto della parola ogni pratica di stampo fascista e repressivo.
Comprendere i significati assunti dalle parole e associarle alle pratiche e ai provvedimenti a cui rimandano è necessario a una corretta interpretazione dell’esistente contemporaneo, tanto più in questo 2017 inaugurato sotto i buoni auspici delle “disposizioni urgenti in materia di pubblica sicurezza” alias Decreto Minniti-Orlando.
Concetti come “decoro urbano”, “degrado”, “immigrato”, perfettamente comprensibili al parlante medio, vengono così portati a un nuovo livello di senso da parte di chi ha tutto l’interesse a diffondere l’odio sociale e il controllo sull’individuo attraverso la paura e sotto le mentite spoglie della “sicurezza”.
Il progetto è agli inizi e c’è ancora molto, tutto da fare. Qui sotto troverai il kit del piccolo compilatore di dizionari, con le entrate già realizzate, il template per proseguire l’opera e, ovviamente, il terribile babau, ovvero “l’ultima frontiera nella politica dell’ansia”, la “semplice e primordiale paura”, realizzato dai compagni di paura.anche.no.
Ogni contributo sarà fondamentale all’ampliamento e alla diffusione del dizionario, quindi scrivi, stampa, condividi, volantina, affiggi. Il linguaggio può cambiare la realtà!”
– Il Babau
Template_Devotoaipadroni Sicurezza Immigrato Degrado Decoro Urbano Decoro Urbano Daspo CPR
Noi fummo i ribelli, noi fummo i predoni…
Venerdì 28 aprile 2017 dalle 21 verrà presentato “Noi fummo i ribelli, noi fummo i predoni” di Belgrado Pedrini, edito da El Rùsac.
Belgrado Pedrini (1913-1979) è stato un partigiano, anarchico, scrittore e poeta italiano, incarcerato per più di trent’anni nelle galere fasciste prima e democratiche poi per il suo rifiuto di ogni forma di potere.
“La mia storia è la storia dei miei compagni ed è simile a quella di molti altri partigiani finiti nelle patrie galere all’indomani della Liberazione. Erano finiti i febbrili giorni della speranza,delle risa e delle gioie. Ci ritrovammo al punto di partenza, ossia sbandati e senza soldi,non al riparo dai colpi della sorte. Così decidemmo di continuare a lottare, come fatto negli anni precedenti, contro padroni vecchi e nuovi, senza esclusione di colpi….”
Vi aspettiamo!
Succede a Vicenza
Quello trascritto qui sotto è un testo scritto da alcuni amici della persona coinvolta. Oltre che per dargli la massima diffusione lo riportiamo perché, purtroppo, ben si inserisce nel fosco quadro di politiche securitarie della città berica, di cui abbiamo già avuto modo di parlare prima, dopo e durante le iniziative contro il carcere di fine gennaio.
Succede a Vicenza
Tra lotta agli “abusivi”, caccia al migrante e nottate folli nelle mani dei questurini
Quello che si sta per raccontare è un gesto di denuncia, un atto di solidarietà spiccia a partire da un fatto recentemente accaduto in città. Protagonisti di questa disgustosa narrazione sono alcuni ragazzi di provincia che, al termine di una bella serata passata a festeggiare tra amici, hanno avuto la sfiga di incontrare per puro caso… la polizia.
È stata sufficiente una banalissima lamentela in stazione, i toni un po’ accesi perché ti girano i coglioni se vedi l’autobus ignorarti, anche se l’autista ha visto benissimo che hai il biglietto e stai aspettando che si fermi per salire e tornartene finalmente a casa.
È bastato così poco per giustificare l’intervento delle forze dell’ordine: intervento insolitamente rapido e, ovviamente, “Muscolare”. Infatti, prima che i protagonisti di questa brutta vicenda avessero il tempo di chiarire agli agenti la situazione, questi ultimi si sono premurati di neutralizzare il più “agitato” del gruppo con l’abbondante utilizzo di spray urticante (è il secondo caso nel vicentino, in cui viene utilizzato questo strumento di “contenzione”).
Ma questa storia non finisce qui! Il giovane intossicato, viene ammanettato e condotto in questura per la stesura del verbale, il foto-segnalamento e la rilevazione delle impronte digitali.
È risaputo e comprovato il fatto che nei meandri oscuri di caserme o prigioni vengono compiute indicibili nefandezze che spesso rimangono ignote, incapaci di penetrare oltre quelle mura di omertà, corroborate dall’indifferenza di una stampa prezzolata che dà ascolto soltanto alle veline dei servi in divisa. Continue reading